Sugiyama Yasuko è la pittrice del cielo. I suoi quadri hanno al centro
il cielo blu e le nuvole fluttuanti. In basso, in visione parziale e spesso
scentrata, ci sono le cime di edifici: guglie di cattedrali, del Duomo,
cupole, statue e altre parti di edifici che svettano verso il cielo come
se volessero raggiungerlo allungandosi nel vuoto, dipinti con colori sobri
che contrastano con il blu intenso del cielo. Il quale è il vero soggetto
dei quadri, come se Sugiyama stessa volesse protendersi verso l’infinito,
senza mai riuscire a raggiungerlo. Forse è proprio questo il messaggio
che sta insito nei suoi quadri: il desiderio di infinità, di libertà, di
trascendenza espresso con forme e colori.
L’origine giapponese di Sugiyama Yasuko si trova nella disposizione degli
elementi dei suoi quadri: larghi spazi vuoti al centro, e i soggetti che
in Occidente considereremmo principali, dislocati nella periferia del quadro,
quasi solo accennati. La tecnica di rappresentare questi elementi in modo
parziale o incompleto, normalmente solo la parte superiore nel blu del
cielo, sembra essere un modo per guidare l’occhio dello spettatore verso
l’alto. Questa tecnica rimanda immediatamente alla pittura giapponese a
inchiostro di china che per secoli ha prodotto grandi capolavori e che
rappresenta la caratteristica più evidente della pittura tradizionale giapponese:
accennare senza definire completamente, lasciare grandi spazi vuoti per
liberare l’immaginazione, poiché colà si è consci che nella semplicità
si trova la profondità dello spirito e dell’arte. Qui, invece, questa tecnica
pittorica è trasportata nell’ambiente italiano, se non addirittura tipicamente
milanese, così Sugiyama fonde la sua tradizione autoctona con quella nostrana,
creando con originalità una mirabile sintesi dei due mondi che fanno parte
della sua identità.
Aldo Tollini
Università Ca’ Foscari - Venezia
Il cielo è un vuoto o un pieno? Il vuoto delle nuvole mette in evidenza
il pieno del cielo o il pieno delle nuvole evidenzia il vuoto del cielo?
Il nostro corpo è un insieme di vuoti che costituiscono un pieno.
Siamo come i cieli. Le nuvole sono lo scorrere del nostro tempo, il continuo
movimento dei nostri pensieri.
Scorre il tempo nella pagina del cielo, così come scorrono le nuvole.
Il nostro sguardo ne segue il movimento. Lo sguardo osserva il continuo
divenire.
Le architetture italiane perdono la loro staticità e diventano nuvole,
dinamiche come lo scorrere del tempo.
Memorie, ricordi, pensieri.
Yasuko Sugiyama prende la nostra testa tra le sue mani e la ruota verso
il cielo.
Si cammina a testa bassa e si guarda la terra, la materia, il pieno.
La paura del vuoto, dell’immaterialità, del non definito.
Yasuko Sugiyama ci sollecita ad alzare lo sguardo. Le architetture, particolari
del tempo che scorre, sembrano sfuggire come le nuvole, come il nostro
sguardo e riacquistano allora la loro staticità diventando frammenti, attimi,
fotogrammi.
Alziamo gli occhi da terra e guardiamo il cielo . Dal basso all’alto. Dalla
terra al cielo. Dal definito all’infinito.
Cieli italiani. Cieli d’Italia, come “piazze d’Italia”. Metafisica, assenza
di tempo .
Si guardano le architetture, ma in realtà si guardano i cieli. Cieli blu.
Troppo blu per essere veri. Cieli non dipinti ma trovati. I cieli non si
dovrebbero dipingere mai. I cieli si osservano, si vivono. Si dipingono
le nuvole così come le traccerebbe il vento .
Le tele di Sugiyama sono tessuti per tende di colore blu. Tende scelte
e trovate che diventano cieli.
I teli, nati per riparare dalla luce del sole, diventano la luce blu del
cielo. Il pieno diventa il vuoto.
E sono i vuoti a riempire il nostro sguardo.
Giorgio Cardazzo